Berninafly, un sogno che prende il volo

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Il sogno di librarsi un giorno in cielo e volare come un uccello, potrebbe presto diventare realtà anche in Valposchiavo. Non che ciò non fosse stato finora possibile, buttandosi per esempio con un deltaplano o un parapendio da una delle tante postazioni terrazzate delle nostre montagne. La novità sta nel planare nel vuoto alla velocità di 90 km/h, per un volo a perdifiato di soli 120 secondi, sentendo in faccia l’attrito dell’aria e assaporando l’ebbrezza di sentirsi liberi nel vuoto e godere del panorama riservato esclusivamente agli occhi degli uccelli.

La visione onirica, già appartenuta nell’antichità a Icaro, è venuta a Fabiola Monigatti e Gian Paolo Lardi i quali, dopo essersi casualmente imbattuti nella “zipline” della “Fly Emotion” di Albaredo, in bassa Valtellina, vengono letteralmente rapiti dall’originalità dell’idea e si mettono subito al lavoro per valutare una possibile trasposizione del progetto anche alle nostre latitudini. Ed ecco quindi i protagonisti di questa ardita intuizione presentare al numeroso pubblico, accorso la serata di martedì 30 maggio all’Albergo Croce Bianca, i punti rilevanti di questa loro visione.

Un folto pubblico è accorso alla serata di presentazione del progetto “Berninafly”

Decisiva, nella ricerca del maggior impatto emozionale possibile, risulta essere l’ubicazione di un simile impianto, per il quale, stando ai promotori, dopo aver valutato vari luoghi sia in valle che in Engadina, la scelta cade su un’area naturale unica nel suo genere che, oltre a rappresentare un paesaggio meraviglioso, si addice in modo perfetto al collocamento dell’infrastruttura: il comprensorio tra l’Alp Grüm e Cavaglia.

Fondamentale, sempre nella scelta dell’ubicazione, è stato anche il criterio legato al traffico, in cui ne andava di trovare i giusti equilibri tra l’approccio alla zona e un sano turismo ambientale. L’area interessata, raggiungibile unicamente in treno, a piedi o in bicicletta, rispondeva ottimamente ai canoni prefissati, fugando pertanto ogni dubbio sul luogo in cui collocare l’impianto: stazione a monte da situare in una specie di seminterrato sopra la stazione ferroviaria dell’Alp Grüm (in prossimità del Rifugio Belvedere), e arrivo a valle alla “Mota da Cavaiola”, nella zona del Giardino dei Ghiacciai, in un capanno allestito tutto in legno.

Il logo della “zipline” concepito da e-comunicare

Una teleferica della lunghezza totale di 1’800 metri, con dislvilello di 380, in cui si potrà raggiungere una velocità massima di 90 km/h. La durata del volo sarà di 120 secondi e l’impianto avrà una capacità oraria di 30 persone. Sarà possibile approfittare del divertimento sia d’estate che d’inverno, con chiusura solo in caso di forte vento o temporali.

I promotori si sono occupati a fondo anche dell’impatto ambientale risultante dal progetto, commissionando uno studio ad una ditta esterna, sottoposto in seguito anche a Pro Natura e WWF. Come riferito da Gian Paolo Lardi, i punti conflittuali potrebbero essere tre: il doppio filo, fonte di pericolo per i grossi uccelli (aquila, gipeto e gufo); il paesaggio, la zona è unica nel suo genere e ogni intervento umano potrebbe influenzarne l’aspetto; i disturbi fonici, grida da parte dei partecipanti e sibilo causato dall’attrito dei carrelli con la corda.

Stando a quanto rivelato dallo studio e ribadito da Gian Paolo Lardi, l’incidenza del nuovo impianto non dovrebbe apportare maggiori disagi al paesaggio rispetto alla situazione attuale, quest’ultimo già interessato dai fili dell’alta tensione e della linea ferroviaria, così come, per quanto riguarda i rumori, dal cigolio dei convogli ferroviari al loro passaggio in zona o dai “biker”, in discesa libera dall’Alp Grüm. Pure i grossi uccelli, già abituati a convivere con i fili dell’alta tensione, non dovrebbero trovare problemi ad abituarsi anche alle corde dell’impianto.

 

L’esposizione dei costi d’investimento

Il costo dell’intero progetto, a cui crede molto anche la Ferrovia Retica, ammonta a 1,2 milioni di franchi, che dovrebbero essere finanziati per un terzo da una somma “à fond perdu”, un terzo dal capitale azionario di una costituenda società ed un terzo come prestito bancario. Finora ci sono garanzie per poco meno della metà del capitale occorrente, motivo per cui Fabiola Monigatti ha colto l’occasione per lanciare un appello finalizzato al sostegno del progetto mediante la sottoscrizione di una dichiarazione d’intenti, sia per quanto riguarda l’acquisto di azioni o anche quale semplice sostenitore.

A complemento d’informazione va ancora ricordato che, la società per azioni verrà costituita solo dal momento in cui la domanda di costruzione avrà il via libera da parte delle competenti autorità cantonali e comunali.

Il numero di frequenze calcolato su diversi modelli di calcolo

A supporto della sostenibilità dell’investimento i promotori presentano al pubblico un “business plan” in cui vengono fatte previsioni di frequenze fra le 4’000, 6’000 e 8’000 affluenze annue, corredate da una base di calcolo che si rifà, fra l’altro, al numero di passeggeri trasportati annualmente dalla ferrovia retica lungo la tratta del Bernina, come pure dalle frequenze di turisti nella vicina Engadina e in Valposchiavo. Per poter garantire un’adeguata redditività all’impianto è stato stabilito un prezzo fra i 60 e i 70 franchi a persona, per ogni discesa.

Dal pubblico non mancano le voci critiche per un progetto che, in generale, sembra però godere della simpatia di gran parte dei presenti. Tra gli argomenti messi in campo dai contrari va annoverato l’impatto ambientale, comunque rilevante in una zona dall’ecosistema delicato come il pianoro di Cavaglia che, nonostante la presenza di altri fattori “inquinanti”, non abbisogna di ulteriori fonti di disturbo. C’è chi alimenta pure dubbi sulla compatibilità di un simile progetto con il marchio 100% Valposchiavo, mentre per qualcuno non è stata del tutto appurata la questione sicurezza.

Fabiola e Gian Paolo in volo. Foto tratta dal pieghevole di e-comunicare

Il progetto è ora ad una svolta e presto verrà inoltrata la documentazione alle autorità competenti per l’approvazione. Fabiola e Gian Paolo ci credono e vogliono coinvolgere con il loro entusiasmo più gente possibile. Una visione che potrebbe presto trasformarsi in realtà e librarci in volo già nell’estate del 2018.


Piero Pola

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