Coira, vicario generale critica interferenza clero in politica

0
359

Il vicario generale della diocesi di Coira critica l’intervento del clero in questioni politiche. Secondo Martin Grichting, la Chiesa cattolica dovrebbe esprimere le proprie opinioni in questo ambito solo se direttamente coinvolta.

Più le cariche ecclesiastiche si esprimono su questioni politiche, più i fedeli si allontanano dalla Chiesa, sostiene Grichting in un’intervista pubblicata oggi dai quotidiani Luzerner Zeitung e St. Galler Tagblatt. La dichiarazione del vicario generale è riferita alla presa di posizione dei vescovi svizzeri dello scorso dicembre in merito alla votazione del prossimo 4 marzo. La domanda chiedeva se la loro opposizione all’iniziativa “No Billag” fosse un errore.

Prove in merito alla disaffezione dei credenti nei confronti del clero sono state inviate alla diocesi di Coira. Alcuni fedeli hanno infatti contestato i rappresentanti della Chiesa che si sono espressi su questioni di attualità. “Dichiarazioni della Gerarchia”, rileva Grichting, sono sempre appropriate se concernono la fede cristiana, i comandamenti di Dio o la dignità umana.

Alla domanda secondo cui Papa Francesco sia da criticare per la condanna della politica di chiusura ai rifugiati da parte dell’Europa, il vicario generale ha risposto con un chiaro “no”. È vero che il Papa prende posizioni sulle questioni politiche, ma in linea di principio le sue azioni sono unilaterali da cinque anni, aggiunge Grichting. Se si osservano le sue proclamazioni, il Papa è principalmente “un maestro della fede”, precisa il vicario generale.

All’interno della Chiesa cattolica le opinioni politiche non sono tuttavia uniformi. Lo si evince dai tweet odierni dell’ex abate del monastero di Einsiedeln (SZ) Martin Werlen, il quale ha raccomandato di votare no all’iniziativa “No Billag” per “ragioni di solidarietà”.

“Il treno non si ferma solo alla stazione in cui voglio scendere. Il mondo dei media non può lavorare per costruire una società se riporta solo quello che voglio vedere o sentire”, scrive Werlen.


Ats