Stabile CTL, un’occasione da non perdere per Poschiavo?

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Rimane alta l’attenzione nei confronti del Centro Tecnologico del Legno, e, in particolare verso il suo stabile situato in Via da la Stazion, a Poschiavo. In questi mesi, infatti, diverse sono state le elucubrazioni intorno al suo futuro. Un gruppo di interesse spingerebbe per una sua acquisizione da parte del Comune, che dovrebbe poi trasformarlo in centro polifunzionale.

L’ultima comunicazione ufficiale in merito al destino del CTL risale al 20 novembre 2017, giorno in cui, all’interno della Giunta, il Consiglio comunale aveva presentato un documento di 19 pagine in risposta al postulato presentato dall’UDC di Fulvio Betti. Attraverso questa documentazione erano state palesate quattro possibilità di utilizzo dello stabile, che riassumiamo qui brevemente:

  1. “Progetto sinergia”: un progetto molto ben visto dal Cantone e dai creditori privati della CTL SA. Esso prevede l’inserimento di tutti gli uffici cantonali attualmente sparsi nel borgo di Poschiavo.
  2. Accademia di alta cucina: grazie alla relazione avviata con l’Accademia di alta cucina Gualtiero Marchesi, si è entrati in contatto anche con un partner svizzero di caratura internazionale molto interessato all’iniziativa.
  3. Iniziativa locale di carattere pubblico/privato: prevede la gestione dell’odierno edificio CTL quale centro culturale, sala multiuso e per manifestazioni turistiche private.
  4. Iniziativa di carattere prettamente pubblico: prevede l’acquisto dell’edificio da parte del Comune di Poschiavo per un prezzo indicativo di circa 4.5 milioni di CHF. L’utilizzo finale si conformerebbe a quanto evidenziato al punto precedente.

Rispetto alla situazione attuale, non trapelano però indiscrezioni, tanto che il Podestà Alessandro Della Vedova ha affermato che si sta lavorando ad una soluzione: “Quando sarà il momento, – ha detto – il CTL emetterà un comunicato informativo”.

Secondo l’imprenditore Claudio Zanolari, la situazione attuale rappresenta, per il Comune di Poschiavo, un’occasione da non lasciarsi sfuggire: “L’acquisto della struttura è un’occasione unica e che non si ripeterà più; sarà impossibile, infatti, trovare un altro edificio con le stesse potenzialità, in grado ospitare la tanto agoniata sala multiuso che la cittadinanza desidera da anni”.

Riguardo al secondo punto, il proprietario del Croce Bianca afferma che sarebbe stata un’ottima idea ospitare un’accademia di alta cucina (secondo alcune indiscrezioni dovrebbe trattarsi dello Swiss Education Group): “Sarebbe stato ancora meglio della soluzione precedente – afferma – ma dubito, purtroppo, che la scuola sia interessata a investire in un luogo che, potenzialmente, offre un bacino di utenza limitato. Spero di sbagliarmi!”.

L’inserimento degli uffici cantonali attualmente sparsi nel borgo di Poschiavo all’interno dell’attuale CTL, sempre secondo Zanolari, sarebbe invece una soluzione inadeguata: “Malgrado il Cantone abbia bisogno di quegli spazi – ha aggiunto – non mi sembra una soluzione rispettosa per la Valposchiavo; in particolare, la collocazione di questi uffici sarebbe potuta essere prevista nella recente costruzione degli edifici situati a Viale”.

Ecco quindi che la quarta soluzione diventa, per Zanolari, la soluzione ideale: “E’ vero – ha affermato – che questo procedimento è il più costoso per il Comune, ma questa rappresenta un’occasione unica per avere, in Valposchiavo, una sala multiuso”. Un centro, non solo culturale, ma nel quale far convergere la maggor parte delle attività delle associazioni e degli eventi. Riguardo alla sua gestione, invece, l’ente che potrebbe occuparsene potrebbe essere, per esempio, Valposchiavo Turismo, un ente terzo che garantirebbe un certo grado di imparzialità.

Si tratta di un’operazione difficile, problematica per il fatto di far convergere nella struttura gli interessi delle diverse associazioni che, negli anni, hanno instaurato abitudini consolidate, anche, per esempio, nei rapporti esclusivi con il Comune. Un’occasione, però, che potrebbe essere irripetibile. “Credo che tutti, in Valposchiavo, – conclude l’imprenditore di Poschiavo – dovrebbero avere interesse nei confronti di questa operazione”. Sarà il tempo e, forse, la vicinanza con le prossime elezioni cantonali e comunali, a decretare l’esito di questa importante vicenda.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

3 COMMENTI

  1. Il tema è veramente assai complesso. Ribadisco che l’affare l’ha forse si fatto il vecchio proprietario, direi buono per lui, ma sicuramente il nostro territorio che si è visto ristrutturare un edificio fatiscente e sotto tutela dei monumenti (quindi probabilmente non si sarebbe potuto abbatterlo) con in gran parte soldi dal cantone. Soldi arrivati in periferia, che non è poco. Detto questo appoggio l’opinione di Claudio Zanolari nel dire che ora l’edificio è a disposizione in ottime condizioni. E logico che per usufruirne definitivamente come spazi pubblici bisogna fare degli accorgimenti, ma costerebbero meno di quel che si crede. Il problema più grosso è l’acquisto da parte del comune. Qui il cantone dovrebbe dimostrarsi per una volta di manica larga e trovare un accordo non troppo oneroso per il comune.
    Se invece lo ritirasse direttamente il cantone per i suoi uffici allora addio centro polivalente e aspetteremmo ancora anni e anni per un illusorio nuovo edificio.

  2. Anche a me, l’opinione dell’imprenditore Claudio Zanolari, lascia un po’perplesso. Resta il fatto che questo CTL, è una grandissima patataccia bollente. Chiunque la prenda in mano, rischia di bruciarsi, e tanto… Comune compreso, semmai acquistasse lo stabile. Altra variante, vendere a chissà Chi a basso prezzo (e sarebbe per il Comune comunque una grande batosta finanziaria). Rimango della mia opinione (molto scettica ma completamente azzeccata nei riguardi del fantasmagorico progetto CTL, di alcuni anni fa): l’unico ottimo affare lo ha fatto il precedente proprietario.

  3. Il ctl nello stato attuale non per trà mai essere un centro culturale.
    Oltre ai 4.5 milioni (che non li vale) dovranno esserne investiti altrettanto per farne qualcosa che soddisfi le esigenze. A questo punto è ovvio per tutti, o quasi, che bisogna puntare su una costruzione nuova, moderna, funzionale e adatta ai nostri tempi, piuttosto che investire su una struttura della preistoria artigianale regionale, che con tutto rispetto ha il suo fascino. Purtroppo però non ci sono i personaggi politici con le palle di difendere un’opinione simile. A malincuore sono convinto che fra 10 anni staremo ancora a discutere su cosa fare per il centro culturale, col problema però che molte associazioni “culturali” allora saranno già estinte.